Rff: low budget vuol dire di bassa qualità?

Con martedì si è concluso il ciclo di convegni del RomaFictionFest. L’ultimo, dal titolo “Low budget, low quality? La sfida della lunga serialità europea e le risposte italiane”, si è svolto nel pomeriggio e ha coinvolto un nutrito parterre di ospiti: il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri, il direttore gestione diritti Mediaset Giovanni Modina, il vice direttore di RaiFiction Luca Milano, il produttore Paolo Bassetti (Endemol Italia), la responsabile sviluppo sceneggiature e produttore creativo Sara Melodia (LuxVide), il turco Kerem Çatay, Ceo di Ay Yapim, lo svedese Fredrik af Malmborg, Managing Director di Sparks Networks, lo spagnolo Josep Cister, direttore dei contenuti fiction di Boomerang Tv nonché Giorgio Grignaffini, direttore editoriale di Taodue, qui nel ruolo di moderatore. Sul tavolo, la sfida di coniugare alti ascolti e bassi costi. Un’impresa riuscita, finora, solo alla soap (un titolo su tutti: lo spagnolo “Il segreto”) e ad alcune fiction come “Le tre rose di Eva” di Endemol. Che, non a caso, viene impropriamente definita “supersoap”. «La soap è l’unico genere che ha dato vita a un nuovo modello non solo produttivo, ma anche di business, che va incontro sia alle esigenze del network che a quelle del produttore», spiega Bassetti. Per poi aggiungere: «dobbiamo avere maggior supporto dai broadcaster. Il produttore non è nelle condizioni di vendere il suo prodotto all’estero perché non detiene una parte dei diritti». La provocazione non è però stata raccolta dai rappresentanti dei broadcaster presenti in sala: «Non sono d’accordo sulla questione dei diritti ma questo è un altro tema», replica sinteticamente Luca Milano. Che invece cerca di chiarire un altro aspetto, legato ai volumi produttivi italiani: «A volte ci trasciniamo dietro pregiudizi vecchi di 20 anni, come quello inerente alla nostra scarsa produzione di serialità lunga. L’Italia invece è il Paese con la maggior serialità lunga, non foss’altro per il fatto che ogni puntata è da 100’ anziché 50’. Inoltre, solo su RaiUno in prime time abbiamo quattro serie che superano le venti ore: non è un fatto così comune». Tra le proposte per abbattere i costi di produzione preservando la qualità, spicca l’idea di Sara Melodia, secondo la quale «si potrebbe iniziare a scrivere non la singola stagione, ma più stagioni insieme, come avviene per esempio in Usa». Infine, diventerebbe sempre più necessario tenere presente le esigenze produttive fin dalle fasi creative, di ideazione e scrittura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare tivubiz.it