Regia Tv, Luca Alcini: governare la tecnologia

Romano, classe 1962. Approda alla tv come autore e regista di varie trasmissioni popolari per l’intrattenimento di prima serata: Ballando con le stelle, Miss Italia, Il cantante mascherato, Stramorgan. Storico il sodalizio con Milly Carlucci. L’intervista integrale è stata pubblicata su Tivù di luglio/agosto 2025, scarica il numero o abbonati qui

Come è cambiato negli anni il ruolo del regista?
Fellini sosteneva che «Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio». In effetti, registi come Landi e Nicotra erano delle specie di deità. Adesso siamo diventati normali professionisti, anche dal punto di vista dei compensi e delle condizioni di lavoro. Oggi si produce di più, però si investe di meno. In onda, c’è una grande varietà, ma il livello si è globalmente abbassato. Per i servizi esterni, prima uscivano tanti professionisti, adesso c’è un ventenne che fa tutto, ma la qualità si è appiattita. […]

Il conduttore quanto aiuta il regista?
Tanto. Milly Carlucci è una fra le più attive: direttrice artistica, titolare del prodotto. Guarda la scenografia, i fi­lmati, i costumi, le coreografie. È una stakanovista. Cura il suo prodotto con una passione e un’energia sfrenate. Contribuisce anche a livello registico. È esigentissima. Ma lo sono anche io e questo ci stimola reciprocamente. Ogni conduttore ha il suo stile. Fabrizio Frizzi era una persona eccezionale, mai una parola fuori posto, alla sera mi faceva male la mascella dal gran ridere. Carlo Conti è un gran professionista, ascolta. Antonella Clerici sa delegare, ma senza mai perdere di vista il programma nella sua complessità.

Qual è lo stile di regia più contemporaneo ed efficace?
La regia deve essere al servizio del prodotto. Spesso vedo esibizione di muscoli, da parte di alcuni registi. Molti, anche quando non hanno il CuePilot, fanno tanti, troppi stacchi. Penso, per esempio, all’Eurovision Song Contest. È una regia che trovo a tratti fastidiosa: gli stacchi millimetrici e precisi rendono il prodotto per me freddo (la trasmissione è tenuta a rispettare le regole dettate da EBU, che organizza l’evento, Ndr). Non è il mio stile. Nelle mie trasmissioni, se c’è una persona che parla, non c’è nulla di meglio di un primo piano. Come sosteneva il grande Carmelo Bene: la faccia di una persona è la miglior scenogra­fia. […]

Che cosa ci aspetta nei prossimi anni?
La tecnologia sarà un grande driver. L’intelligenza artifi­ciale renderà praticabili soluzioni oggi inimmaginabili o troppo costose. Per evitare i rischi, servono etica, controllo ed educazione all’immagine. Ma al centro dovrà restare sempre la narrazione, il racconto: ai bambini grandi come noi piace ancora ascoltare le storie. (di Lucia Tilde Ingrosso)

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