Mentre esplodono le polemiche, L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha aperto un’istruttoria sul patto Rai-Mediaset che ha omologato l’informazione televisiva. Il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò ha sottolineato che l’inchiesta «valuterà i fatti» e, ascoltato dalla commissione Cultura della Camera, si è espresso duramente sulla Rai («È un pachiderma semiparalizzato da spinte politiche contrapposte») e sul conflitto di interessi («il duopolio ha favorito lo scambio di informazioni con legami informali tra le due parti e una simmetria che ne ha facilitato la collusione»). Per Silvio Berlusconi, invece, la «centrale unificata tv che ha dato un’informazione manipolata ai cittadini» non è mai esistita: «Ci sono iene e scacalli che hanno usato questa vicenda per attaccarmi, occorre fare qualcosa per difendere la privacy», ha detto l’ex premier. «Non sono d’accordo», ha ribattuto il leader di An Gianfranco Fini, per il quale «è urgente discutere dell’assetto radiotelevisivo. Bene ha fatto la Rai ad aprire un’indagine interna». Intanto, L’Odg del Lazio ha convocato, oltre al direttore marketing Rai Deborah Bergamini, anche Clemente Mimun, Fabrizio Del Noce, Francesco Pionati e Bruno Vespa. E Claudio Cappon firmerà, oggi o domani, una lettera formale di contestazione, diretta, per ora, alla sola Bergamini, che precederà la sua deposizione presso l’Internal Auditing. Se la risposta alla missiva non sarà ritenuta soddisfacente, si potrà arrivare alla sospensione o ad altre misure più drastiche nei confronti della Bergamini.
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