La tv pubblica «non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone». È quanto si legge in un comunicato della Rai, che chiude la vicenda della tassa (200,91 euro a pc), che avrebbe portato nelle casse di viale Mazzini circa un miliardo da parte delle imprese, più i circa 400mln che avrebbero dovuto versare i professionisti. Dopo un confronto avvenuto ieri con il ministero dello Sviluppo economico, la Rai ha precisato che la lettera inviata dalla Direzione abbonamenti si riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori, fermo restando che il canone non va corrisposto qualora tali aziende abbiano già provveduto al pagamento della tassa per il possesso di uno o più televisori.
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