Pubblicità, Nielsen: 2022 a +0,1%

La televisione chiude l’anno in calo del 5,2% e in crescita dell’11,1% a dicembre
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Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia del 2022 chiude in parità: +0,1%. Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search, social, classified e Ott, l’andamento dell’anno si attesta a –2,8%, per un totale di 5,5 miliardi di euro.

La televisione vede una crescita dell’11,1% a dicembre e una flessione del 5,2% nel 2021, a 3,52 miliardi di euro. Nel 2022  risultano in flessione i quotidiani (-6,1%), i periodici (-4,8%). Crescono radio (+1,7%), digital (+3,9%), out of home (+40,8%), go tv (+43%) e leggermente il direct mail (+0,4%). Il cinema raccoglie 9,5 milioni di euro (non è possibile fare un confronto con l’anno 2021).

«Vi è una regola empirica che segue il mercato pubblicitario che si è sempre confermata negli ultimi 15 anni: quando il PIL cresce di oltre un punto percentuale, l’advertising chiude sempre sopra lo 0. Anche quest’anno la regola, come avevamo previsto, è stata rispettata ed il mercato ha fatto segnare un +0,1%», dichiara Alberto Dal Sasso Adintel Southern Europe Cluster Leader di Nielsen.

Sono 13 i settori merceologici in crescita nel mese di dicembre, il contributo maggiore è portato dal settore Turismo (+73.8%) Farmaceutici/Sanitari (+51.4%), Industria/Edilizia/Attività (+53.8%), Enti /Istituzioni (+45.3%). In calo a dicembre gli investimenti di Media/Editoria (-9.3%), Automobili (-6.1%) e Bevande/Alcoolici (-6.7%).

Relativamente ai comparti con una maggiore quota di mercato, si evidenzia nel 2022, l’andamento positivo di Farmaceutici/Sanitari (+6%), Abitazione (+4.1%), e Cura persona (+8.4%).

Sono stati 4 trimestri con andamento differente dove il primo ed il quarto sono cresciuti (+3,5% e +2,9%). Il semestre centrale ha visto ridurre gli investimenti (-3,5%) di circa 150 milioni di Euro. L’ultimo trimestre, come da aspettative, grazie ai mondiali di calcio e qualche notizia meno nefasta proveniente dall’economia (ricordiamo le stime al rialzo del PIL per il 2023), è cresciuto riportando il mercato in sostanziale parità. Si chiude bene un anno iniziato benissimo, proseguito poi male nei sei mesi centrali. Ciò rappresenta un buon prodromo per un 2023 che da più parti viene letto in sostanziale parità, a conferma della regola empirica che dice che quanto il PIL cresce di oltre un punto % anche l’advertising cresce», conclude Dal Sasso.

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