Pubblicità e OTT: le strategie di affollamento

Netflix e Prime Video inseriscono più spot nei propri contenuti rispetto ai titoli terzi. Gli streamer dei broadcaster fanno il contrario. Perché? I dati Ampere Analysis
Netflix Engagement Report H12025

L’affollamento pubblicitario sugli Original Netflix è più ampio rispetto ai titoli in licenza. Secondo i ricercatori di Ampere Analysis, Netflix inserirebbe il 12% di spot per ora in più nei suoi titoli rispetto ai titoli in licenza. Lo streamer sarebbe il solo, insieme a Prime Video, ad affollare maggiormente i propri contenuti e questo nonostante il fatto che il servizio di Amazon abbia il maggior numero di titoli in licenza rispetto ad altri streamer. Nei servizi streamer dei broadcaster, il trend è contrario. Paramount+, Disney+, Peacock, Hulu e HBO Max inseriscono più pubblicità nei contenuti d’acquisto rispetto alle loro produzioni originali.

Nel grafico: media di sport per ora sugli original vs titoli d’acquisto (# spot; % differenza) – Fonte: Ampere Analysis

Dietro questa discrepanza potrebbero esserci accordi con i licenziatari dei titoli, ma allo stesso tempo un’indicazione di quanto avanti potrebbe spingersi l’affollamento pubblicitario su Netflix. Dando un’altra lettura, questi due approcci alla pubblicità restituiscono due diverse strategie. Meno affollamento per gli Original di gruppi come Paramount, Disney o Warner Bros. Discovery sembra indicare la volontà di dare a questi titoli la percezione di contenuto “premium”, nell’accezione che fu della pay tv e cable, valorizzando dunque la spesa dell’abbonato. Al contrario, la logica di Netflix o Prime Video sembra privilegiare il punto di vista degli inserzionisti: siccome i contenuti originali sono i più visti, si offrono più “teste” per gli spot.

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