Norme ancora più severe per chi viola le norme sul diritto d’autore. Si è conclusa alla Camera la votazione in commissione sugli emendamenti del disegno di legge per combattere la pirateria digitale di opere audiovisive; DDL che punta a una stretta sia sul piano amministrativo sia su quello penale, con sanzioni che arrivano fino a 3 anni di carcere.
Come annunciato dalla deputata di Fdi, Grazia Di Maggio, relatrice al provvedimento, il testo è poi calendarizzato per l’esame dell’Aula lunedì 20 marzo.
UNA LOTTA PIU’ RAPIDA ED EFFICACE
Tra le novità per facilitare e rendere più efficace e veloce la lotta alla pirateria, viene concessa all’Agcom l’autorità di obbligare i prestatori di servizi digitali a disabilitare l’accesso a contenuti illeciti anche adottando provvedimenti cautelari in via d’urgenza. L’azione di oscuramento dei contenuti illeciti deve essere eseguita nell’immediato, entro il termine massimo di 30 minuti dalla notifica.
L’Agcom dovrà ovviamente poi tenere aggiornata la Procura di Roma sui provvedimenti di disabilitazione intrapresi.
Per chi ha commesso l’illecito e non provvede a ottemperare le direttive dell’ Agcom, è innanzitutto previste una sanzione amministrativa pecuniaria da 10mila euro fino al 2% del fatturato.
SANZIONI PIU’ ASPRE
Ma soprattutto il DDL vuole introdurre sanzioni penali forti per il reato di camcording (l’attività svolta da una persona che, entrata in una sala cinematografica recando con sé qualsiasi tipo di dispositivo di registrazione (camcorder, smartphone, cam, registratore audio, ecc.) registra intenzionalmente o riproduce in tutto o in parte il video e/o l’audio del film). È prevista infatti sia la detenzione (da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni) sia una multa (fino a 15.493 euro) a chi abusivamente esegue «la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita».
Sempre per contrastare il camcoding, l’autorità giudiziaria potrà poi procedere al sequestro preventivo e alla confisca dei proventi realizzati grazie alla diffusione dei contenuti piratati, oltre che avere accesso ai conti bancari bancari, carte di credito e altri depositi, anche all’estero, di chi ha commesso il reato.
Elena Maccanti, prima firmataria della proposta di legge, e Andrea Dara, relatore del provvedimento, con i deputati della Lega nelle commissioni Telecomunicazioni e Cultura, hanno dichiarato: «Con il mandato ai relatori votato oggi e la calendarizzazione in aula a partire da lunedì 20 marzo, diamo finalmente strumenti concreti per contrastare l’illegalità. Con le nuove norme, stop a streaming pirata nei primi 30 minuti dalla diffusione rafforzando i poteri di AgCom. Una risposta efficace contro un fenomeno criminale che in Italia equivale a 1,7 miliardi di fatturato perso e quasi 10mila posti di lavoro a rischio, su cui l’illegalita’ incide fino al 43% a vantaggio delle organizzazioni mafiose che ne traggono profitti illeciti».
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