Meno appalti esterni. Li chiede il dg Rai Luigi Gubitosi nel piano di rilancio delle reti pubbliche, spedito ieri alla commissione parlamentare di Vigilanza. L’auspicio sarebbe di poter realizzare in casa, con le maestranze della Rai, i programmi di Fazio e Fiorello e gli show del sabato sera, anche se – spiega Gubitosi – «il nostro modello produttivo, pur se di qualità superiore, prevede un costo industriale maggiore di quello degli appalti esterni». Del resto, i quattro centri di produzione Rai ospitano 3.634 lavoratori a tempo indeterminato e 506 a tempo determinato. I centri, però, non si sono specializzati e denotano «sovrapposizioni e inefficienze». Gubitosi incontrerà i sindacati il prossimo 17 ottobre anche per delineare un nuovo contratto per i dipendenti molto più «moderno» dell’attuale. Infine le sedi. La tv di Stato occupa 750mila mq di stabili, di cui 90mila in affitto. In due palazzi – via Cernaia a Torino e viale Mazzini a Roma – c’è l’amianto nei muri. Per questo, i dipendenti saranno trasferiti, tra il 2013 e il 2014, per permettere la bonifica.
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