Per l’Italia streamer sempre più strategici

Secondo i dati dell’Osservatorio Europeo dell’audiovisivo la spesa degli streamer in contenuti originali vale almeno la metà degli investimenti complessivi. Anche se l’Italia non è la prima destinazione…
Bandiere davanti al Berlaymont Building, sede della Comissione Europea (©European Union, 2025)

In Italia, così come in Norvegia e in Spagna, il ruolo degli streamer globali nella produzione di contenuti originali (esclusa informazione e diritti sportivi) è sempre più strategico, anche se le risorse intercettate non valgono quanto altri territori. È una delle evidenze all’interno del rapporto Audiovisual services spending on original European content 2014-2024 data a cura dell’Osservatorio Europeo dell’audiovisivo.

I NUMERI DEGLI INVESTIMENTI
Nel 2024 la spesa complessiva in opere originali europee (escludendo informazione e diritti sportivi) ha raggiunto in Europa una cifra pari a 25,1 miliardi di euro, di cui due terzi da parte dei broadcaster (16,7 miliardi) e un terzo dagli streamer globali (8,5 miliardi). «Anche se gli investimenti dei principali streamer si stanno stabilizzando, la proporzione di investimenti dedicati ai contenuti europei sta aumentano a spese di quelli statunitensi», spiega l’Osservatorio Europeo dell’audiovisivo nel rapporto. In particolare, sugli 8,5 miliardi di euro spesi dagli streamer globali, 2,4 miliardi fanno capo a Netflix, 2,2 miliardi a Prime Video e 2,3 miliardi a Disney+.

TERRITORI STRATEGICI
In Francia, Paesi Bassi, Germania e Polonia i broadcaster giocano un ruolo più importante nella produzione di contenuti originali europei rispetto a Italia, Norvegia e Spagna. Qui gli streamer globali valgono quasi la metà (e talvolta di più) della spesa complessiva. A livello geografico, però, la spesa degli streamer è piuttosto concentrata su territori specifici, con Regno Unito e Spagna che valgono il 58% della spesa degli streamer globali in contenuti europei.  In Italia, secondo i dati, spesa in contenuti originali del 2024 è così ripartita: 12% broadcaster pubblici, 41% broadcaster commerciali e 47% streamer globali.

Dati basati su Ampere Analysis

Ndr: Il rapporto fa riferimento a 27 Paesi europei (EU27), insieme a Albania, Armenia, Bosnia ed Erzegovina, Islanda, Montenegro, Macedonia del Nord, Repubblica di Moldova, Norvegia, Serbia, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Ucraina

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare tivubiz.it