Nuova Tv: più tempo per lo switch-off?

Il passaggio definitivo al Dvb-T2 avverrà dal 1° gennaio 2023
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Lo switch-off tv, il passaggio dal Dvb-T al Dvb-T2, avrà tempi più lunghi. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore, il passaggio definitivo al nuovo standard slitterà dal 30 giugno 2022 a un periodo “a partire dal 1° gennaio 2023”.

CAMBIA LA ROADMAP

La modifica, che dovrebbe essere formalizzata dal Ministero dello Sviluppo economico nei prossimi giorni, accantonerebbe anche il passaggio intermedio dalla codifica Dvb-T/Mpeg2 a quella Mpeg4, prevista per il 1° settembre. Il passaggio graduale ai nuovi standard dovrebbe invece partire il 15 ottobre. La decisione sarebbe stata presa a seguito di un incontro tra il ministero e le associazioni del mondo della Tv e dei rivenditori. Alla base, la lentezza dei ricambi dei nuovi televisori e dei nuovi decoder (a oggi, non risulta ancora in Gazzetta ufficiale il bonus da 100 euro per la rottamazione dei vecchi televisori accessibile a tutte le famiglie italiane). Prosegue invece il refarming, ovvero il passaggio delle frequenze tv al 5G, che dovrà terminare il 30 giugno 2022: i broadcaster dovranno trasmettere con il vecchio standard, il Dvb-T con meno frequenze, spegnendo canali secondari o diminuendo la qualità delle immagini. Le tv locali, invece, spiega Il Sole 24 ore, avranno meno banda a disposizione. La nuova roadmap del refarming vede partire la Sardegna il 15 novembre 2021; seguiranno Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, provincia di Trento, provincia di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna (tra il 3 gennaio 2022 e il 15 marzo 2022), Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche (1 marzo 2022 e il 15 maggio 2022) e infine Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania (1 maggio e il 30 giugno 2022).

LE REAZIONI: IL NO DI PERSIDERA

Un secco no arriva da Persidera, operatore di rete che oggi conta 5 mux a copertura nazionale (qui vengono trasmessi, tra gli altri, i canali del gruppo Discovery e Viacom). In una lettera rivolta a MiSe, Agcom e Antitrust, Persidera ha espresso timori sull’impatto sul sistema e la concorrenza di un rinvio. Si rischia, secondo l’operatore, di incidere sul diritto all’utenza “di continuare a fruire di un’ampia scelta di servizi radiotv”, in particolare quelli gratuiti su digitale terrestre. Persidera teme un deficit di capacità trasmissiva disponibile pari al 28%, che si tradurrebbe nello spegnimenti di alcuni canali o in un peggioramento della qualità trasmissiva. L’eliminazione dell’obbligo dell’Mpeg-4 all’avvio del processo di refarming comporterebbe inoltre un vantaggio per i broadcaster verticalmente integrati con gli operatori di rete del proprio Gruppo di riferimento. Secondo l’operatore, inoltre il processo di ricambio dei tv non giustificherebbe l’aggiornamento della roadmap.

Parere favorevole da parte di Confindustria Radio Televisioni: “Confindustria Radio Televisioni dà atto che la nuova Road Map individua e aggiorna un percorso concreto ed equilibrato per il rilascio della banda a 700 MHz con l’obiettivo di non creare disagi all’utenza e all’intero comparto industriale, come anche da noi più volte sollecitato. L’Associazione riconosce al Ministro Giorgetti e alla Sottosegretaria Ascani di aver compreso la delicatezza della situazione e di aver compiuto uno sforzo per delineare percorsi realizzabili che non lascino indietro nessun utente. CRTV conferma l’impegno del settore radiotelevisivo per l’avvio di una nuova campagna di comunicazione mirata alla sostituzione e al corretto riciclo dei ricevitori TV obsoleti, con particolare attenzione a quelli solo a standard definition (SD)”

Diversa invece la posizione di Aeranti-Corallo, soprattutto in materia di refarming: “Aeranti-Corallo ha espresso un giudizio negativo sul provvedimento in quanto le tempistiche previste per il differimento della transizione (necessario a causa dei ritardi verificatisi) non appaiono compatibili con i tempi necessari per il completamento delle procedure di selezione dei FSMA e di attribuzione delle numerazioni LCN, con la conseguenza che potrebbe rendersi necessario un ulteriore differimento. A parere di Aeranti-Corallo sarebbe stato opportuno differire la transizione in tutte le 19 aree tecniche previste dal PNAF (cioè in tutta Italia) al 1° aprile 2022, per essere completata a giugno 2022, con un passaggio contestuale in tali date al DVBT2/HEVC di tutti gli operatori nazionali e locali (e senza passaggi intermedi all’MPEG4)”.

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