Il vice ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, non esclude una revisione degli affollamenti pubblicitari per gli operatori televisivi come conseguenza del recepimento nel nostro ordinamento della direttiva europea “Servizi di media audiovisivi”. A margine di un convegno sulle tlc, ieri a Roma, Romani ha precisato che “se esistono solo ricavi pubblicitari, ci può essere un tipo di affollamento. Laddove ci sono anche canone o abbondamenti, possono esserci altri tipi di affollamento. Si tratta di arrivare a un mercato competitivo e concorrenziale, garantendo a tutti pari condizioni di partenza”. La direttiva Ue 2007/65/CE, che il Governo italiano potrà recepire, con decreto legislativo, entro il 18 dicembre 2009, prevede regole più flessibili in materia di pubblicità. Anche secondo il direttore delle relazioni istituzionali di Mediaset, Gina Nieri, intervenuta nello stesso convegno, “la tv terrestre non può rimanere l’unica con vincoli così pesanti” in materia di pubblicità, di contenuti e di tutela dei minori. La direttiva Ue afferma un “principio di neutralità tecnologica”, allargando l’ambito “anche alla tv non lineare”, nel rispetto di alcuni principi sulla tutela dei minori, sui contenuti della pubblicità e sulla promozione della cultura europea. Nieri ha poi sottolineato l’importanza del principio della proprietà intellettuale, per cui “tutti i contenuti che vengono trasmessi devono essere protetti dal diritto d’autore”: in particolare, anche “il diritto d’autore su Internet si paga”.
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