Maccanico rinuncia a Fremantle

In una lettera a Dagospia il manager annuncia di rinunciare all’incarico e smentisce la ricostruzione de Il fatto quotidiano
Nicola Maccanico (foto ©Simona Panzini)

Passo indietro di Nicola Maccanico in Fremantle. Soltanto mercoledì 11 settembre era stato annunciato l’ingresso dell’ex ad di Cinecittà nella big indie, con un incarico completamente nuovo, Ceo di Fremantle Italy Group. Con questo incarico avrebbe dunque gestito tutte le attività italiane del gruppo e il portfolio delle società operanti nel nostro Paese. In una lettera a Dagospia, Maccanico ha comunicato invece la rinuncia all’incarico: «Ho deciso di non iniziare la mia collaborazione con il gruppo Fremantle».

LE DIMISSIONI SU DAGOSPIA 
«In considerazione del clima ostile che ha circondato sia le mie dimissioni da Cinecittà e ora anche la mia nuova nomina, con l’obiettivo di sgombrare il campo da qualunque potenziale equivoco e da ingiustificate illazioni, ho deciso di non iniziare la mia collaborazione con il gruppo Fremantle»: queste le parole finali della lettera di Nicola Maccanico a Dagospia. Una lettera in cui risponde ad alcuni dubbi sollevati in realtà da Il fatto quotidiano e successivamente ripresi dalla testata fondata da Roberto D’Agostino e che sottolineavano i rapporti in essere tra Fremantle e Cinecittà. Nel 2022 Cinecittà e Fremantle firmarono un accordo quadro della durata di cinque anni. L’accordo, secondo quanto riportato anche oggi da Il fatto quotidiano – è ora sotto esame della nuova leadership di Cinecittà. Ricordando l’utile da 1,8 milioni di euro realizzato nel 2023 da Cinecittà, ultimo bilancio riferibile al suo mandato e il fatturato da 43 milioni di euro da attività commerciali, Maccanico ha spiegato che quello tra Cinecittà e Fremantle è un accordo «non unico nel suo genere, visto che durante il mio mandato abbiamo stilato accordi anche con altri gruppi internazionali» e che prevede – come «comuni in casi come questo» – uno sconto sul volume delle attività. A questo, quindi, si riferirebbe la nota di credito cui fa riferimento Il Fatto quotidiano.

INCARICHI COMPATIBILI
Maccanico risponde anche in merito alla presunta incompatibilità tra i due incarichi: secondo Il Fatto, l’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001 (comma 16/ter) vieta ai dipendenti che abbiano svolto incarichi autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrative di svolgere per i tre anni successivi attività presso soggetti privati destinatari di tale attività svolta tramite i medesimi poteri. Fremantle, però, aveva già spiegato che, essendo cliente e non fornitore di Cinecittà, non esisteva alcuna incompatibilità con il nuovo incarico di Maccanico. Posizione ribadita anche dal manager nella lettera a Dagospia: non ci sono incompatibilità, «non avendo Cinecittà esercitato alcun potere sulla stessa Fremantle».

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