L’audiovisivo europeo cresce con gli streamer

Nel 2021 il settore valeva 17,4 miliardi di euro. I dati dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo
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L’ingresso degli streamer globali nel mercato europeo ha incrementato gli investimenti totali in contenuti originali europei. Lo conferma Investment in Original European Content (a 2011-2021 analysis), l’ultimo report a cura dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo, sulla base dei dati forniti da Ampere Analysis*.

Nel 2021 gli investimenti totali nella produzione originale europea ammontavano a 17,4 miliardi di euro, una crescita accelerata dal 2015 (12,7 miliardi), ma che vede una frenata nel 2020 a causa della pandemia. Gli investimenti degli streamer globali ammontano a 2,8 miliardi di euro, contro i 14,6 miliardi dei broadcaster. «Dovendo affrontare una nuova concorrenza e nuovi standard per i programmi televisivi, i broadcaster privati hanno anch’essi incrementato i loro investimenti, mentre quelli pubblici devono affrontare restrizioni al budget». Gli streamer globali valgono il 16% del totale investimenti.

Netflix conta per più della metà di essi, mentre nel 2019 valeva il 92%: la flessione si deve all’incremento degli investimenti degli altri operatori, a partire da Amazon Prime. Per quanto riguarda i Paesi, circa il 30% degli investimenti è destinato al Regno Unito, ma negli ultimi 10 anni è cresciuto l’interesse per altri Paesi, in particolare per Spagna, Polonia e Scandinavia.

La crescita della Spagna è particolarmente forte nel settore svod, dove raccoglie il 37% degli investimenti degli streamer globali. Seguono, al 23% i Paesi Bassi e, al 18%, il Regno Unito. L’Italia, in questo frangente, vale il 16%.

*I dati riguardano gli investimenti in contenuti europei originali, escludendo l’acquisizione di film, opere audiovisive, programmi di informazione e sport. Sono compresi 27 Paesi europei, Regno Unito e Norvegia.

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