La Rai taglia le direzioni e riforma la struttura

Il ritorno all’efficienza in casa Rai passa dalla riduzione delle direzioni manageriali: da 44 a 29. Una decisione a cui il cda ha già dato il suo ok e che nasce dal Piano di riassetto firmato dalla società di consulenza McKinsey&Company anticipato da “la Repubblica”. Il rapporto ha definito “disfunzionale” l’attuale modello aziendale e proposto uno nuovo, Rai Commerciale, che va a unire tutte le strutture Rai, RaiTrade (che diventa autonoma), Rai Canone, Rai Eri, Rai World, Rai Way, 01, Rai Convenzioni (pubblica amministrazione) e Rai Net, destinata a trasformarsi in uno strumento distributivo perdendo la vocazione editoriale. La nuova direzione, che potrebbe essere guidata da Luigi De Siervo (attuale direttore commerciale), proverà inoltre a portare Rai nel mercato della pay tv attraverso il web. A questo proposito, sarebbero già in corso trattative con Poste Italiane e Chili Tv. La nuova Rai sarà suddivisa in 5 aree: una dedicata alle società separate (come Rai Pubblicità), una unirà le funzione di staff, la terza sarò l’area editoriale con la direzione cultura (Rai 5 e Rai Quark), l’area finanziaria (guidata da Camillo Rossotto come raccordo con la direzione generale) e infine quella tecnologica guidata da un esterno. A questo proposito, la commissione di Vigilanza ha contestato alcune assunzioni, come quella di Antonio Melchionna (ex Colgate Palmolive) alla vicedirezione delle Risorse Umane e Ambrogio Michetti (da McKinsey&Company), consulente dello Sviluppo strategico. L’azienda ha risposto di aver assunto solo 8/9 esterni in un anno e mezzo: incarichi necessari a causa della “atrofia manageriale” e del “deficit di procedure” riscontrato nel gruppo.

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