Entro il 27 gennaio le commissioni parlamentari competenti dovranno approvare un parere obbligatorio, ma non vincolante, relativo al decreto legislativo con il quale il governo ha recepito la Direttiva Ue (2007/65/ce) sui servizi media audiovisivi, modificando l’ex Testo unico della radiotelevisione, divenuto Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. Nella seduta delle commissioni VII e IX della Camera, tenutasi ieri, l’opposizione ha criticato il testo, ritenuto viziato da un eccesso di delega: secondo Paolo Gentiloni, il governo, sulla base di una legge di 11 righe ne avrebbe ricavato un decreto di una ventina di articoli e 35-40 pagine, una riforma radicale. Il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani respinge l’accusa: l’articolo 26 della legge comunitaria obbliga a recepire l’inteaa direttiva. Inoltre, il testo è aperto a possibile modifiche.
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