L’offerta informativa della Rai costa all’azienda «circa mezzo miliardo di euro tra costi interni ed esterni» (1.731 giornalisti, di cui 735 nelle sedi regionali, per un totale di 3.042 dipendenti). Ma «con il nuovo piano contiamo di risparmiare il 20%, un centinaio di milioni». Così il direttore generale Luigi Gubitosi ha dichiarato in un’intervista al settimanale “l’Espresso”, dove ha commentato e approfondito il tema della riforma delle news varata dal cda il 25 luglio scorso, accorpando più testate sul modello della Bbc. Il progetto “15 dicembre”, spiega Gubitosi, «è la logica evoluzione della digitalizzazione e del piano industriale. Oggi, con il completamento del passaggio al digitale, tutte le redazioni sono diventate totalmente intercambiabili e organizzate con la stessa piattaforma tecnologica». La prima fase della riforma si realizzerà tra il 2015 e il 2016 con la nascita di due newsroom: Tg1, Tg2 e Rai Parlamento da una parte; Tg3, RaiNews, Tgr e Ciss, meteo e web dall’altra. Ma il pubblico ritroverà i brand di sempre dei tg e i volti a cui è abituato. «Il cambiamento è strutturale, non formale né estetico», conclude il dg. «La nostra idea si basa su una semplificazione produttiva e sulla specializzazione delle testate», anche per contrastare «la frammentazione e lo spreco di risorse, non certo il valore e l’identità dell’informazione».
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