L’idea della Cisl per la Rai

L’attuale modello Rai non funziona: a dirlo sono i rappresentanti della Cisl nel corso del convegno “Rai, un bene comune da rivalutare”, tenutosi ieri a Roma. La proposta del sindacato guidato da Raffaele Bonanni per riformare il servizio pubblico prevede la fiscalizzazione del canone (per evitare l’evasione) e una governance alla tedesca, con un Consiglio di sorveglianza per l’indirizzo strategico e un Comitato di gestione. Secondo Bonanni, la Rai rischia di diventare una seconda Alitalia: occorre rinunciare alla gestione da parte dei partiti a favore invece di rappresentanze, a maggiore garanzia di pluralismo. La tv pubblica va affidata da una parte a un management e dall’altra a un cda composto da rappresentanti delle associazioni, sindacati, lavoratori ed enti locali. È indispensabile, inoltre, che si stabilisca un tetto massimo per i compensi diretti e indiretti di chi lavora nel servizio pubblico ed è inoltre auspicabile uno sganciamento della Rai da pure logiche commerciali, che non le consentono di perseguire efficacemente il suo scopo, ovvero soddisfare il bisogno di interesse generale e di cultura.

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