Inciucio Rai-Mediaset: le reazioni

Dopo le rivelazioni di “La Repubblica”, che ieri ha pubblicato i verbali delle telefonate tra i vertici di Rai e Mediaset per favorire l’ex premier Silvio Berlusconi, si sono sollevate polemiche e accuse incrociate tra politica e tv, mentre la Cgil chiama i dipendenti Rai allo sciopero prima di Natale. I consiglieri Sandro Curzi, Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni auspicano le dimissioni dei dirigenti e dei giornalisti coinvolti, e il dg Claudio Cappon apre un’indagine interna e dichiara l’azienda parte lesa. Mediaset querela “La Repubblica”. La maggioranza, infine, auspica l’approvazione del ddl Gentiloni sul riassetto radiotv.Ecco le principali reazioni: Claudio Petruccioli (presidente Rai): «È grave anche solo il sospetto di una soggezione dell’azienda. La Rai sarà parte lesa nel procedimento sulle intercettazioni».Nino Rizzo Nervo (consigliere Rai): «Se è vero che nel 2005 vi fu una convulsa attività perché venisse ritardata la diffusione dei risultati delle amministrative, siamo di fronte a una enorme azione di disinformazione per fini di parte».Fabrizio Del Noce (direttore RaiUno): «Parlare di una mia collusione con Mediaset è grottesco: io ho vinto otto stagioni di garanzia».Bruno Vespa: «Non ho mai partecipato a marketing politici. Né Del Noce mi ha mai chiesto di favorire Berlusconi».Gina Nieri (consigliere Mediaset): «Le intercettazioni sono sciocchezze. Noi e la Rai battagliamo 72 ore al giorno».Carlo Rossella (ex direttore Tg5): «Non ho mai preso ordini né da Agnelli né da Berlusconi».Palazzo Chigi: «La Rai ha bisogno di una riforma vera, autentica e democratica».Paolo Gentiloni (ministro delle Comunicazioni): «È una conferma dei sospetti, anche dei peggiori. Da capogruppo in commissione di Vigilanza, tante volte ho sollevato dubbi sulla gestione dell’epoca. Ma è la fotografia dell’Italia ai tempi di Berlusconi, che controllava o attraverso la sua famiglia o attraverso la maggioranza politica l’intero mondo della televisione».Ezio Mauro (direttore “La Repubblica”): «In questo Paese ha operato e probabilmente sta operando da anni una vera e propria intelligence privata dell’informazione che non ha uguali in Occidente, un misto di titanismo primitivo e modernità, come spesso accade nelle tentazioni berlusconiane. Potremmo chiamarla, da Conrad, “struttura delta”».Mario Giordano (direttore “Il Giornale”): «A chi è diretto questo siluro distruttivo? Prima di tutto alla Rai. Il centrosinistra cerca di conquistarla da mesi senza riuscirci».

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