Il Sic – Sistema integrato delle comunicazioni 2022 vale 19,4 miliardi, secondo le valutazioni di Agcom (come previsto dal Tusma, decreto legislativo 8 novembre 2021). Si tratta di circa l’1% dei Pil italiano. Nel 2021 il valore del Sic è stato pari a 18,9 miliardi.
La pubblicità online («e sulle diverse piattaforme anche in forma diretta, incluse le risorse raccolte da motori di ricerca, da piattaforme sociali e di condivisione) ha generato ricavi per 6,3 miliardi di euro, incidendo per il 32,6% sul totale delle risorse. La pubblicità online, dunque, ha superato quella offline ed è prima voce del Sic. La pubblicità nazionale e locale, anche in forma diretta, televendite e sponsorizzazioni vale 4,9 miliardi per un’’incidenza pari al 25,7% sul totale Sic.
Il finanziamento di servizio pubblico radiotv (al netto dell’erario) incide per il 9,6% per ricavi pari a 1,8 miliardi, mentre le offerte di servizio media audiovisive, radiofonici e le piattaforme di condivisione di video a pagamento rappresentano il 16,3% del Sic per 3,1 miliardi.
Nessuno degli operatori presente del mercato ha superato nel 2022 ricavi superiori alla soglia del 20% «per quanto si rilevi che le quote dei primi due operatori si attestano su valori superiori al 10% e quelle del terzo e quarto operatore superano l’8%». Si tratta, nello specifico, di Rai, i cui ricavi incidono sul totale Sic per il 13,1%, e Alphabet/Google, con una quota dell’11,3%. Comcast/Sky vale il 9,9% del Sic, Fininvest il 9,8% e Meta/Facebook il 7,6%. Sono 12 i soggetti con quote almeno pari all’1%, per un totale di 13,3 miliardi di euro di ricavi, pari al 69% del SIC.
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