Vale 18,9 miliardi di euro il Sic, sistema integrato delle comunicazioni accertato da Agcom nella delibera n. 223/23/CONS. Si tratta dell’1,1% del Pil, per una crescita del 14,2% rispetto al Sic 2020.
La crescita si deve, secondo Agcom, «alla ripresa degli introiti pubblicitari», e in particolare l’andamento sostenuto di quella online, «la ripresa di quelli riconducibili ai media tradizionali dopo la contrazione registrata durante il periodo pandemico, a cui si aggiunge l’importante crescita dei ricavi provenienti dalle offerte televisive a pagamento sul web e le maggiori entrate derivanti dalla riscossione del canone per il servizio pubblico radiotelevisivo». Questo ha compensato il calo della voce relativa agli abbonamenti alla pay tv satellitare e digitale terrestre, alla vendita di copie cartacee e digitali di quotidiani e periodici e alla fruizione di opere cinematografiche.
Guardando alle macro-categorie di ricavo, il 58,9% (53,6% nel 2020) è attribuibile alle entrate da pubblicità, il 29,2% alla vendita diretta di prodotti e servizi e il restante 11,9% ai fondi pubblici. Nessun operatore ha superato la soglia del 20% dei ricavi complessivi del Sic (indice di posizioni di mercato potenzialmente lesive del pluralismo).
Guardando alle realtà media, i ricavi Rai incidono sul Sic con una quota del 13,5%, Comcast/Sky col 12,1%. Seguono il gruppo Fininvest, con una quota complessiva del 10,3% e Alphabet/Google con una quota di poco superiore al 10%.
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