Il Regno Unito rinuncia alla streaming tax

La proposta di una tassa pari al 5% dei ricavi generati in Uk viene respinta
Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024

Non ci sarà alcun obbligo per gli streamer di destinare il 5% dei ricavi alla produzione britannica (la cosiddetta “streaming tax”). Nella sua riposta al rapporto British film and high-end television del Comitato Cultura, Media e Sport in cui, appunto, si proponeva una “streaming tax” per finanziare l’audiovisivo britannico, il Governo ha respinto la proposta. «Non abbiamo intenzione di introdurre una tassa per i servizi Svod».

«Siamo impegnati a supportare e rafforzare il settore nazionale e riconosciamo le sfide che esso, compresi i produttori britannici, hanno vissuto», si legge. Il governo sarebbe invece a favore di una “ecologia mista”, dove i produttori possano concludere accordi con gli streamer («che di solito comportano compensi più elevati») e con i servizi pubblici («le cui condizioni commerciali prevedono che i diritti secondari restino normalmente al produttore».

«Gli investimenti dei servizi Svod contribuiscono al successo del settore nazionale, dalla creazione di lavoro agli investimenti nelle skill di tutta la filiera attraverso programmi di formazione, come Prime Video Pathway di Amazon e investimenti diretti, come quello di Disney all’espansione della nuova National Film and Television School».

E, ancora, si parla dei benefici economici delle produzioni internazionali: Bridgerton (Netflix) avrebbe contribuito con 275 milioni di sterline all’economia britannica, supportando 5mila attività locali negli ultimi cinque anni. Nessuna tassa, dunque, ma un dialogo costante con i player, mentre aumenteranno i supporto da istituzioni finanziarie pubbliche.

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