Si estende il raggio d’azione del Piracy Shield, il sistema che blocca i contenuti sportivi trasmessi in modo illegale entro 30 minuti dalla segnalazione. Con la delibera approvata da Agcom il 18 febbraio, la portata del blocco si estende oltre ai contenuti sportivi in diretta, per inglobale altri contenuti live (compresi gli show della pay tv), ma anche film e serie. Il provvedimento estende l’ordine di oscuramento anche alla Vpn e introduce l’obbligo di deindicizzazione dei siti pirata da parte dei motori di ricerca. Il nuovo testo deve ora essere pubblicato sul sito di Agcom e, dopo i 30 giorni di consultazione, entrerà in vigore.
Contraria al provvedimento la commissaria Elisa Giomi, che su LinkedIn ha scritto: «Rimane sproporzionato il ruolo attribuito ai segnalatori privati, che tramite piattaforma possono bloccare domini e indirizzi IP in automatico, senza adeguato accertamento da parte di AgCom. E cosa significa che il blocco può scattare anche se i domini sono solo “prevalentemente” – non più “unicamente” – destinati alla violazione del copyright? Così si rischia di penalizzare contenuti leciti, incidendo sulla libertà di espressione e di impresa».
C’è poi il tema della difficoltà di ripristino dei siti bloccati per errore, evidenziato anche dalla CCIA – Computer & Communications Industry Association. Scrive Giomi: « Il processo di ripristino di siti bloccati per errore è lento e i fornitori di servizi di rete sostengono costi elevati senza indennizzi…sottoporre questi aspetti a consultazione pubblica, come avevo proposto, avrebbe potuto migliorare il regolamento».
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