Il Pdl presenta le regole per il pluralismo in Rai

Il Pdl ha presentato le sue regole per il pluralismo in Rai, attraverso l’atto di indirizzo del senatore in Vigilanza Alessio Butti, che sarà votato dalla commissione la prossima settimana, probabilmente venerdì. Il testo parte dal presupposto che i palinsesti Rai presentino un forte squilibrio: è necessaria una razionalizzazione dell’offerta di trasmissioni di approfondimento evitando ridondanze e sovrapposizioni. In particolare, se un talk show dovesse trattare un particolare tema di attualità o politica, questo non potrò essere oggetto di un altro programma almeno per altri otto giorni dopo la messa in onda. Su questa regola dovrà vigilare la direzione generale. Il conduttore è sempre responsabile dell’attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie, sollevando la Rai dalla responsabilità civile e/o penale, mentre i partiti vanno rappresentati in proporzione al loro consenso. Inoltre, l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi va calibrato con uno spazio che rappresenti anche altre sensibilità cultrali, una regola che vale anche per i programmi «apparentemente di satira o varietà che diventano occasione per dibattere temi di attualità politica». E ancora: vietate le interpretazioni da parte di attori di intercettazioni e dovrà essere dato il giusto rilievo alle conclusioni di un processo. La Rai dovrà studiare format che prevedano due conduttori di diversa estrazione culturale e sarà vietata la conduzione di un programma o la direzione di rete o testate a chi ha interrotto la professione giornalistica per assumere ruoli politici. Il rappresentate del Pd Fabrizio Morri presenterà invece una diversa relazione: secondo il presidente della Commissione, Sergio Zavoli, l’atto (che non è vincolante) avrà forza solo se votato all’unanimità.
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