Il mercato dei diritti sportivi è sempre più frammentato. Tra il 2021 e il 2022 la spesa negli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia e Australia è passata da 20,8 miliardi di dollari a 34,9 miliardi. Lo rileva un report di Ampere Analysis anticipato da Worldscreen. Si tratta di una crescita del 68% nel corso degli anni; allo stesso tempo, la distribuzione dei diritti appare sempre più frammentata.
Nei principali mercati occidentali, infatti, la ripartizione dei diritti degli sport più popolari è distribuita tra un numero sempre più crescente di servizi: secondo Ampere, il cambiamento delle abitudini di consumo conduce alla diffusione del numero di servizi che offrono eventi sportivi live per incrementare l’engagement e gli abbonamenti. Allo stesso tempo, chi detiene i diritti cerca nuovi modi per incrementare i ricavi.
Attualmente, spiega Ampere, i fan dello sport sono contano una media di 3,3 servizi streaming a pagamento per famiglia contro una media di 3,1 dell’utente internet medio. Il dato appare ulteriormente in crescita. Ampere porta a esempio la Germania, dove il numero di broadcaster che detengono i diritti delle 10 principali competizioni sportive ha continuato ad aumentare. Se nel 2014 erano tre, nel 2022 sono diventati sette. Sky Deutschland continua a essere leader di mercato, ma fatto 100 la spesa complessiva in diritti, la sua quota è passata dal 62% (2014) al 40% (2022). Al contrario, quella di Dazn è passata dal 7% (2018) al 26% (2022).
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