Il giudizio della Corte dei Conti sul bilancio Rai

viale mazzini©Rai

Nel 2022 si registra un leggero miglioramento rispetto alla gestione 2021. È necessario eliminare le  inefficienze e diseconomie

La Corte dei Conti ha reso nota la sua analisi sulla gestione 2022 della Rai spa, approvata dalla Sezione controllo enti con Delibera n. 68/2024. «Pur prendendo atto dei risultati ottenuti nel 2022, per i giudici contabili permane la necessità di misure organizzative e gestionali volte all’eliminazione di inefficienze e diseconomie, oltreché al contenimento dei costi nell’ottica di un recupero dell’equilibrio economico e gestionale».

LA GESTIONE 2022 DI RAI SECONDO LA CORTE DEI CONTI

La gestione 2022, dunque, vede una perdita di 29,8 milioni di euro, in «lieve miglioramento» rispetto alla perdita di 30,4 milioni del 2021. Il bilancio consolidato riferito anche alle altre società del Gruppo (Rai Way, Rai Cinema, Rai Com e Rai Pubblicità) «conferma il dato in pareggio già osservato nel 2021».  La Corte dei Conti evidenzia però un aumento dei costi, pari al 2,01% (+53,1 milioni di euro in valore assoluto), a fronte di un inferiore aumento dei ricavi in termini percentuali (+22,4 milioni, pari allo 0,89%). Il patrimonio netto a livello di gruppo risulta in crescita, da 286 a 308,2 milioni, così come l’indebitamento, pari a 660,5 milioni di euro, contro i 573,1 del 2021. Le spese per il personale ammontano a 1.007,4 milioni, per una diminuzione di 31,2 milioni.

LE CRITICITÀ EVIDENZIATE DAI GIUDICI CONTABILI

Tornano, per la Corte, le criticità già evidenziate nelle precedenti analisi: «la Rai conferma la tendenza a un minor ricorso alle proroghe di contratti e lo sviluppo di un sistema informatico di monitoraggio continuo del processo acquisti. Prosegue, in campo immobiliare, l’attuazione del piano di razionalizzazione, valorizzazione e ammodernamento degli edifici di proprietà o in locazione». Attenzionato anche l’indebitamento del Gruppo verso terzi, giudicato «elevato» e che dunque richiede «un attento monitoraggio del suo valore per garantire le opportunità offerte dal ricorso al mercato dei titoli obbligazionari».

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