“Gomorra”, la Cassazione rinvia al Tribunale di Napoli De Laurentiis

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura di Napoli contro il “no” alle misure cautelari nei confronti di Matteo De Laurentiis, uno dei produttori della serie tv “Gomorra”, indagato per favoreggiamento al clan Gallo nell’ambito della vicenda del pagamento del pizzo per le riprese nella villa del boss Francesco Gallo a Torre Annunziata. In particolare, la Seconda Sezione penale della Suprema Corte ha annullato, con rinvio al tribunale di Napoli «per nuovo esame», l’ordinanza con la quale il tribunale della libertà, il 20 novembre 2014, aveva negato le misure coercitive per De Laurentiis e altre cinque persone (il location manager della società di produzione Cattleya, Gennaro Aquino, il produttore Gianluca Arcopinto e tre vigili urbani di Torre Annunziata, che avrebbero accettato una mazzetta di 100 euro per chiudere una strada e facilitare le riprese). De Laurentiis era stato sentito dal pm e, secondo l’accusa, avrebbe svelato l’indagine sul pizzo al clan Gallo pregiudicando il buon esito dell’inchiesta. Per il gip, tuttavia, gli indagati avevano solo lo scopo di proseguire le riprese e mandare avanti la produzione, e non quello di favorire il clan. Per questo il gip non aveva dato il via libera alle misure coercitive, giudicando questo comportamento non penalmente rilevante. Cattleya prende atto della decisione in materia cautelare emessa dalla Corte di Cassazione e, riaffermando la propria totale estraneità, si costituisce parte civile.

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