Giorgio Carlo Brugnoni alla guida della DCGA?

Secondo Il Fatto Quotidiano, il ministro Giuli avrebbe scelto il suo vice di gabinetto per sostituire Nicola Borrelli (che potrebbe tornare tra due anni)

Dopo le dimissioni di Nicola Borrelli, il Ministero della Cultura avrebbe deciso di affidare l’incarico ad interim di direttore generale per il Cinema e l’Audiovisivo a Giorgio Carlo Brugnoni, attuale vicecapo di gabinetto del ministro Alessandro Giuli. La notizia è stata riportata da Il Fatto Quotidiano (19 agosto 2025) e anticipa un passaggio formale che dovrebbe essere annunciato ufficialmente in occasione della Mostra del Cinema di Venezia.

Il cambio alla guida della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo si inserisce in un contesto di rapida riorganizzazione. Giuli aveva annunciato in Senato lo scorso 29 luglio le dimissioni di Borrelli, motivate da “ragioni personali” e non collegate allo scandalo Kaufmann, assicurando “tempi rapidi” per la sostituzione. L’interpello per individuare il nuovo dirigente si è chiuso l’8 agosto, confermando una procedura accelerata che ha rafforzato l’idea di una scelta già definita.

Brugnoni, classe 1986, è laureato in Economia e vanta un passato in Cassa Depositi e Prestiti, dove si è occupato di progetti editoriali e finanziari. Dal 2022 è approdato al Ministero della Cultura, diventando prima capo della segreteria tecnica e poi vicecapo di gabinetto. Figura considerata di profilo tecnico, è oggi braccio operativo di Giuli sul fronte cinema e interlocutore diretto della sottosegretaria Lucia Borgonzoni.

La presenza di Brugnoni è stata segnalata anche in momenti istituzionali di rilievo, come l’insediamento del Consiglio superiore del Cinema, presieduto da Francesca Paola Assumma, figlia del giurista Giorgio. La sua nomina, seppur temporanea, rappresenta un tassello nella costruzione dell’asse Giuli-Giorgetti, che secondo la fonte da mesi spinge per una gestione sempre più finanziaria e strutturata del comparto.

Quanto a Borrelli, al vertice della DGCA dal 2009 e figura di lungo corso nel Ministero, il suo addio non sembra definitivo. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, l’ex direttore generale avrebbe lasciato l’incarico con l’intenzione di tornare tra due anni, forte di un capitale di relazioni istituzionali accumulato in oltre due decenni di servizio.

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