L’ultima puntata della 12° stagione, lo spin-off Belve Crime ha acceso il dibattito, in particolare l’intervista a Bossetti è quella che ha fatto drizzare un po’ più le antenne. Nelle sue intenzioni, il programma è più uno spin-off, un esperimento, un pilot, un tentativo di sondare il terreno…
Questo non vale solo per l’intervista a Bossetti, ma per tutti i casi di cronaca che hanno inciso profondamente nel sentimento del Paese e che spesso spaccano l’opinione pubblica in due. Basti pensare all’onda sollevata dalla vicenda Garlasco, con una divisione manichea tra innocentisti e colpevolisti, che si affrontano e si insultano sui social. In ogni caso, coltivare e sollevare dubbi è sempre un’ottima pratica, purché nascano da un’informazione corretta e vengano espressi in modo civile, altrimenti ci si divide in bande per fare solo fumo su fatti tragici. Rispondendo all’altra parte della sua domanda, per quanto riguarda Belve Crime il mio desiderio era unire il genere intervista al racconto della criminalità, ovvero i terreni sui quali mi sono esercitata maggiormente negli ultimi anni. In passato, all’interno di Belve mi è capitato di intervistare personaggi legati alla cronaca, come Anna Carrino, collaboratrice di giustizia legata uno dei capi dei Casalesi o Cristina Pinto, ex camorrista non pentita o Adriana Faranda, ex brigatista. L’interesse suscitato per questo tipo di interviste mi ha spinto a proseguire, separando però registri e toni, con un programma a parte, che resta, come è Belve, un format di parola, senza servizi, talk e ricostruzioni. […]
È un dato di fatto che la tv pulluli di crime, secondo lei perché? Non pensa che si sia superata la soglia di guardia visto che in molti casi l’argomento viene affrontato in contesti impropri? Come dimostrano anche le sue domande, il tema suscita evidentemente interesse non solo in tv, ma anche sulla carta stampata. La competenza per affrontare certi temi è una premessa necessaria in qualsiasi contesto essi trovino spazio e in qualsiasi fascia oraria. In molti contenitori pomeridiani ci si occupa di cronaca perché è un argomento che il pubblico cerca, non ci vedo nulla di male, l’importante è farlo con scrupolo. […]
Si può dire che, alla luce dei suoi risultati, ormai lei sia nelle condizioni di poter dettare le condizioni del suo ingaggio: alla Rai cosa ha chiesto per rimanere? Nei prossimi tre anni continuerà a fare Belve o pensa – e spera – di fare altro?
Un contratto nasce da un accordo, se qualcuno detta o impone le condizioni all’altro che accordo è? Sono felice e onorata di stabilire un legame ancora più solido con un’azienda che negli anni e gradualmente mi ha dato l’opportunità di crescere, prima in seconda serata poi in prima. Sarebbe stato ingrato da parte mia andare a raccogliere quel che si è seminato altrove, oltre al fatto che la Rai resta l’industria culturale più rilevante del Paese. Per rispondere invece alla sua domanda sul “fare altro”, le devo dire che sin da ragazza ho sempre ritenuto che la cosa più gratificante che si possa fare, è quella di cui ci si sta occupando in quel momento. Per esempio, quando sono diventata inviata di Michele Santoro ad Annozero, per me era il massimo che nella vita professionale potesse capitarmi. Non ho l’ansia di fare di più, semmai la preoccupazione di fare meglio e di non deludere. […]
Quello dei programmi solo di interviste, e in particolare quelli di sole parole come il suo, rappresenta ormai un genere a sé, ma è un genere difficile e ad alto rischio: primo perché il range delle personalità che hanno qualcosa da dire nel nostro Paese è abbastanza ridotto (il solito tema che in Italia non abbiamo uno star system degno di questo nome), poi perché queste trasmissioni si fondano ovviamente ed essenzialmente sulle domande ma anche sulle risposte, e non è detto che siano sempre all’altezza… Come se ne esce? Lei che regola segue nell’individuare gli ospiti? L’aver ottenuto un dottorato in filologia dantesca è servito in qualche modo a darle gli strumenti per individuare e scegliere i “redenti e dannati” per il suo programma?
La scelta degli ospiti è sempre una fase delicata della costruzione del programma, l’intento è sempre quello di invitare persone che hanno a che fare con il titolo, per carattere, vissuto o perché sono persone divisive. Mi piace l’idea che ci si possa fare un’idea diversa o che si capisca qualcosa di più dell’ospite che entra in studio. Per quanto riguarda invece il mio percorso di studi, penso che in generale studiare rappresenti un tesoretto che ti ritrovi per sempre e che ti capita di usare quando meno te lo aspetti. Studiare è l’investimento più redditizio che esista.
È indubbio che certi programmi servano ormai come vere e proprie occasioni di riposizionamento per chi li frequenta. Ai reality partecipano di solito vip usciti di scena o aspiranti vip che vogliono entrarci, a Ballando con le stelle invece va chi desidera dare un nuovo slancio alla sua carriera. Secondo lei, quelli che vengono a Belve perché vengono?
A Belve viene chi desidera giocare e mettersi in gioco e chi ritiene che un’intervista senza paracadute sia più utile alla propria immagine di una più promozionale. In fondo, Belve è un’operazione simpatizzante: si pensi a come ne è uscito Mario Balotelli, che è stato investito da un’onda di affetto come mai era accaduto prima. E poi Belve ha una grande viralità, quindi sicuramente un tornaconto per chi sceglie di venire esiste. […]
Infine, come si diventa Francesca Fagnani? In video si intuisce, e lo ha anche dichiarato più volte, che lei è una che studia tanto dentro e fuori lo studio, che fa i compiti a casa… Sono la cura e la professionalità il segreto del successo di Belve e di una tv che possa aspirare a fare la differenza nell’attuale guerra dell’attenzione tra i vari media, o potrebbe esserci anche dell’altro?
Sicuramente la preparazione e la cura che dedico al programma insieme al mio gruppo arrivano agli spettatori, che non andrebbero mai sottovalutati con un’offerta sciatta e rimediata, nell’illusione che non se ne accorgano. Il pubblico è spesso più maturo di noi.
In caso di citazione si prega di citare e linkare tivubiz.it