Focus bilanci Agcom: per la tv cresce la pubblicità

Tra il 2019 e il 2023 si riduce il giro d’affari del settore televisivo italiano, ma mancano i dati dei big Ott
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Tra il 2019 e il 2023, il giro d’affari complessivo del settore televisivo italiano ha visto una flessione media annuale dell’1,9%, secondo l’ultimo Focus Bilanci pubblicato da Agcom. Nel complesso, il settore registra ricavi complessivi pari a 8,28 miliardi di euro, per un calo del 7,5% rispetto al 2009 (-667 milioni di euro in cinque anni). Se si considera invece il paragone con il 2022, si assiste a una crescita dell’1,2%.  Il settore da lavoro a circa 21mila dipendenti, di cui 12,6 del gruppo Rai.

LA SPARTIZIONE DEI RICAVI
La pubblicità è la prima fonte di ricavi per il settore, con una quota pari al 35,8% nel 2023, seguita dalla pay tv (29,3%), il canone (22,2%, per un valore complessivo di 1,84 miliardi) e 12,7% da altre fonti. Risulta in crescita, tra il 2022 e il 2023, la pubblicità (+4,5%), mentre flettono la pay tv (-0,9%) e il canone (-1,4%).

I ricavi riferibili ai servizi pay comprendono Sky Italia, Gruppo MFE (Mediaset), Netflix (dal 2023 Agcom include anche i bilanci di Netflix Service Italy, che dal 2022, si occupa della distribuzione dell’accesso al servizio Netflix agli abbonati in Italia), Paramount (dal 15 settembre 2022, è sub-fornitrice in Italia di Paramount+, pertanto, per gli anni 2022 e 2023, nella voce ricavi da Pay TV sono ricompresi anche i ricavi della Società) , Walt Disney e Chili TV. Agcom evidenzia la crescita del consumo di servizi video a pagamento in streaming, ma ammette «la carenza di adeguate informazioni economico-patrimoniali relative al mercato italiano». Mancano, nella rilevazione, Dazn e Prime Video, «non essendoci dati di bilancio disponibili».

SI RIDUCONO MARGINI E INVESTIMENTI
Il margine operativo lordo è passato da 1,447 miliardi nel 2019 a 1,200 miliardi nel 2023 (dal 16,2% al 14,5% dei ricavi). Per quanto riguarda l’andamento degli investimenti, in relazione ai ricavi, nei cinque esercizi contabili considerati è pari in media al 43,9%, con un 49,3% nel 2020 e un 38,3% nel 2023. Una dinamica che, spiega Agcom, deriva da una flessione della spesa complessiva: se fino al 2021 è stata superiore ai 3 miliardi, è calata a meno di 2,4 miliardi nel 2022, per poi crescere leggermente nel 2023 (+3% sul 2022). «Su tale andamento ha inciso la rilevante riduzione della spesa complessiva in diritti televisivi da parte di Sky nel 2022 (-36,3% su base annua)».

L'andamento degli investimenti della tv italiana secondo il Focus Bilanci 2019-2023 di Agcom

L’andamento degli investimenti della tv italiana secondo il Focus Bilanci 2019-2023 di Agcom

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