Fabio Fazio risponde a la Repubblica in merito alla richiesta inviata da Anac alla Corte dei conti di esaminare il suo contratto. Secondo il conduttore di Che tempo che fa, la delibera dell’Anticorruzione non riguarda il suo stipendio, ma la procedura tecnica e le tempistiche di rinnovo del contratto. Secondo Fazio, Rai ha inoltre inviato tutte le informazioni del caso all’Anac, che nella sua riflessione ritiene esistano rischi che la trasmissione non consegua un equilibrio costi-ricavi. Fazio ribadisce che il costo di Che tempo che fa (ora prodotto dalla sua L’Officina) sia pari a circa la metà di altri programmi di intrattenimento, confermando un costo di produzione pari a 245mila euro a puntata, cui si aggiungono i costi industriali per Rai. Non si è fatta attendere nemmeno la risposta di Viale Mazzini: «Rai esclude che Anac abbia censurato il compenso di Fabio Fazio. L’Autorità ha invece riconosciuto, con riferimento al complesso dei rapporti tra Rai, Fazio e la società di produzione, che non sussiste alcun danno attuale cagionato all’erario», si legge nella nota. Secondo Rai, la delibera «ha assunto le forme di una indicazione non vincolante, è stata trasmessa alla Corte dei conti in quanto organo istituzionalmente competente per il monitoraggio a consuntivo dell’andamento effettivo dei costi e dei ricavi del programma».
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