Fapav: danni per oltre 600 milioni dalla pirateria

Fapav – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali ha approfondito per il secondo anno consecutivo le evoluzioni della pirateria audiovisiva in Italia, commissionando alla società Ipsos una ricerca dedicata al fenomeno, che è stato analizzato dal punto di vista economico e sociale, intervistando adulti e ragazzi under 15 sulle loro abitudini nel corso dell’anno 2017. I dati sono stati presentati alla Casa del Cinema di Roma durante un evento patrocinato da Consiglio Superiore della Magistratura, Presidenza del Consiglio dei Ministri e AGCOM – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

– I DATI PRINCIPALI

  • 2 internauti su 3 guardano illegalmente contenuti audiovisivi

Il 37% della popolazione italiana ha piratato almeno una volta un contenuto nel corso del 2017: si tratta del 70% degli utenti Internet. Rispetto alla precedente indagine si registra un lieve calo di 2 punti percentuali nel numero di pirati e una diminuzione del 6% nel numero di atti di pirateria dichiarati nel corso dell’ultimo anno, che sono stati oltre 630 milioni. Nel 2017, la diffusione anche tra i pirati di soluzioni legali flessibili e accessibili seppur non appaia aver ridotto la diffusione della pirateria ha sicuramente contribuito a ridurne la portata. Il film è ancora il contenuto più piratato dagli Italiani, lo guarda l’81% del totale dei pirati, seguito dalle serie e dai programmi televisivi. Lo streaming è la forma di pirateria più diffusa (26%) ma cresce di 5 punti percentuali l’incidenza del download (22%), soprattutto su film e programmi.

  • Chi è il pirata del 2017?

È un Internet user che guarda prevalentemente film e lo fa preferendo lo streaming, anche se il download illegale è in crescita. Tra i pirati c’è una maggior concentrazione di soggetti con una istruzione medio alta, lavoratori autonomi e liberi professionisti: sono a conoscenza che la pirateria è un reato, e sanno come trovare illegalmente sul web i vari contenuti.

  • In calo la pirateria audiovisiva “under 15”

Tra i giovanissimi la pirateria è più diffusa, anche se in calo di 7 punti percentuali rispetto al 2016. Tra gli under 15, il 44% ha praticato almeno una forma di pirateria nel 2017, quasi tutti (93%) almeno una di tipo digitale, con una altissima preferenza per i film (90%). Chi pirata di più sono i giovani delle scuole medie. Come per gli adulti, lo streaming è la modalità di accesso preferita ai contenuti illegali (34%), seguito dal download/P2P (23%).

  • La risposta dell’industria audiovisiva alla pirateria

Negli ultimi anni, grazie da una parte allo sviluppo tecnologico di reti e device e dall’altra alla crescita dell’offerta legale di contenuti audiovisivi, si sta facendo sempre più largo tra i consumatori, e anche tra i pirati, la percezione che l’offerta legale è oggi flessibile e modellata sui bisogni dello spettatore. Aumenta, infatti, del 4% la percentuale di utenti che, di fronte ad un sito pirata oscurato, si rivolge ad una alternativa legale a pagamento, arrivando al 30%.

  • Danni provocati dalla pirateria

Per l’industria audiovisiva il danno è elevato, anche se calano le fruizioni perse: sono 110 milioni pari a un danno di 617 milioni di euro.Nel complesso si stima una perdita occupazionale pari a 5.700 posti di lavoro, una perdita di fatturato per l’intera economia italiana di oltre 1 miliardo di euro (diminuita del 13% rispetto al 2016 ma sempre rilevante) e una incidenza sul PIL pari a 369 milioni di euro (in calo del 14% rispetto al 2016).
  • La consapevolezza degli italiani sui danni provocati dalla pirateria

La consapevolezza dell’illegalità della pirateria cresce negli under 15: il 78% dei pirati è a conoscenza di compiere un reato (era il 69% nella precedente rilevazione). Tuttavia, tra i pirati è ancora scarsa la percezione sui danni generati sul piano culturale ed economico: il 72% degli adulti e l’82% degli adolescenti non ritiene che piratare sia un comportamento grave. La sfida nell’immediato, per l’industria dei contenuti, ma anche per le Istituzioni, deve andare nella direzione di un rafforzamento della consapevolezza degli utenti sui danni che questo fenomeno provoca. I dati rivelano che, laddove la consapevolezza dei danni generati è in aumento, si pirata meno (in particolare tra gli adolescenti) o meno frequentemente (tra gli adulti).
  • Azioni e strategie di contrasto alla pirateria

Tra le modalità di contrasto al fenomeno, oltre alla denuncia, l’oscuramento dei siti appare quello più efficace: circa un terzo dei tentativi di accesso a siti «oscurati» si trasforma in fruizioni legali. Dunque, l’approccio integrato tra enforcement e sensibilizzazione sui danni e le conseguenze del fenomeno, unito ad una offerta legale sempre più ampia, sembra essere la strada da percorrere per ridurre ulteriormente l’incidenza della pirateria. Il percorso deve però essere condiviso da una pluralità di soggetti: aziende dell’industria culturale, Istituzioni e autorità competenti, oltre ovviamente a tutti gli operatori intermediari della comunicazione.

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