Donne in tv, il nodo della pubblicità

Istituire elenchi “rosa” di esperti da chiamare nelle trasmissioni radiotv per fornire commenti su fatti specifici, sulla falsariga di quanto fatto recentemente in Francia. È la proposta lanciata dal direttore di “A” Maria Latella durante il convegno “Le donne in televisione”, che si è svolto ieri a Milano nell’aula Montanelli del “Corriere della sera”, con ospiti il direttore generale dell’informazione Mediaset, Mauro Crippa, il dg della Rai, Luigi Gubitosi, l’ex ad di La7, Giovanni Stella e l’ad di Sky Italia Andrea Zappia. Parlando del ruolo della donna in tv, Gubitosi ha sottolineato lo sforzo della tv pubblica per «dare una percezione della donna più contemporanea e impegnata», citando come esempio una prossima fiction che ha per protagonista un sindaco donna della Locride che combatte la ‘Ndrangheta. La questione più delicata rimane quella della pubblicità e degli ascolti, che si conquistano più facilmente con figure femminili in abiti succinti.
 Ne convengono sia Crippa («Bisogna trovare un equilibrio tra gli obiettivi economici e la qualità delle trasmissioni»), che Stella
(«Il ruolo in tv delle donne deve misurarsi con i risultati economici della televisione»). Entrambi si sono detti, invece, contrari all’introduzione di un codice etico per regolamentare la presenza di donne in tv. Infine, l’esempio di Sky, che tiene conto delle differenze di genere, cercando di bilanciare gli organici tra uomini e donne.

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