Alla luce delle motivazioni depositate ieri dalla Corte di Appello di Milano per la conferma della condanna a quattro anni di reclusione per Silvio Berlusconi per frode fiscale in relazione alla compravendita dei diritti tv di Mediaset all’estero, i legali dell’ex premier, Niccolò Ghedini e Pietro Longo, ne hanno annunciato l’impugnazione. La sentenza ha sottolineato che l’ex premier era uno dei due “responsabili di vertice di tale illecita operazione” e che i vertici di Mediaset sono “ancora oggi” inconsapevoli della gravità del danno arrecato alle casse del gruppo di Cologno Monzese dal sistema di società off shore creato per realizzare fondi neri ed eludere il fisco italiano nella compravendita dei diritti. I giudici si sono soffermati sul ruolo di Mediaset, che nel processo si è costituita parte civile senza però reclamare alcun risarcimento. È questa la conseguenza dell’atteggiamento mantenuto negli anni da Silvio Berlusconi che “ha lasciato che tutto proseguisse inalterato mantenendo nelle posizioni strategiche i soggetti da lui scelti, che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset ai fini di evasione fiscale”.
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