Oggi alle 14 inizia l’assemblea della Lega calcio nella quale si deciderà l’assegnazione dei diritti tv delle partite di serie A per i campionati 2015-2018: la discussione tra i 23 club potrà protrarsi fino alle 13 di giovedì, termine ultimo entro cui pronunciarsi. Sulla base delle offerte pervenute, il prossimo triennio calcistico varrà il 32% in più rispetto a quello attuale, passando da 829mln di euro annuali a un potenziale di 1,078mld a stagione. Sarebbe infatti questo l’incasso per il calcio italiano se venisse confermata l’ipotesi che vede la Lega assegnare il pacchetto B, riservato al Dtt, a Sky (422mln la sua offerta) e quello A, destinato al satellite, a Mediaset (350mln l’offerta). I due pacchetti A e B prevedono l’esclusiva di otto squadre, per 248 match; a Mediaset, inoltre, verrebbe assegnato anche il pacchetto D (le restanti 132 partite di 12 squadre), per il quale ha offerto 306mln. A questo punto, però, Sky potrebbe decidere di avviare una battaglia legale, bloccando così l’intero procedimento. La pay tv sat ha infatti presentato l’offerta più alta per entrambi i pacchetti: 357mln per il satellite e 422mln per il Dtt. La vendita deve essere fatta per piattaforma: secondo Mediaset, Sky non può acquistare contemporaneamente i diritti del satellite e del Dtt (ricordiamo il recente accordo del gruppo sat con Telecom Italia per cinque canali Dtt), mentre la pay tv satellitare sostiene il contrario. Sulla questione si è sviluppato anche un battibecco in video: Ilaria D’Amico, poco prima della diretta Italia-Costarica su SkySport, ha chiesto che la «partita» si giochi «in maniera seria, trasparente e corretta» e che i diritti televisivi vengano «assegnati a chi ha segnato più gol (leggi, chi ha offerto di più, ndr.) e quindi merita di vincerli. È importate non cambiare le regole in corso». Sul fronte Mediaset ha risposto Mino Taveri, conduttore di “Sport Mediaset” su Italia 1: «In una partita ideale, nel cosiddetto calcio pulito, il giocatore non può anche essere l’arbitro, tanto meno può dire come si deve arbitrare. […] I gol devono essere fatti con regole condivise da tutti».
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