Il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani rispedisce al mittente buona parte delle critiche emerse al decreto di recepimento della direttiva Ue sui servizi media audiovisivi, in particolare per quanto riguarda la televisione e il web. Il viceministro non è d’accordo nemmeno con le perplessità sollevate da Corrado Calabrò, presidente di AgCom, secondo il quale il testo avvicina l’Italia alla Cina e presenta il rischio di censura sulla rete. Si tratterebbe, per Romani, di un malinteso: la questione relativa all’autorizzazione generale ai siti internt riguarda la possibilità di revoca dell’inizio attività che viene affidata al governo, sulla base di un regolamento stabilito dall’Autorità, qualora non vengano rispettati i requisiti amministrativi. Per quanto riguarda il video on demand, Romani ha dichiarato di aver assimilato al video on demand tradizionale i video realizzati da terzi e disponibili on demand, che vengono sfruttati commercialmente.
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare tivubiz.it