L’Iva privilegiata di cui gode Canal+ (7%, contro un’imposizione che per i competitor che offrono programmi a pagamento è del 19,6%) è al centro di polemiche in Francia, da quando il gruppo è on air anche sulle frequenze in chiaro. L’emittente pay specializzata in cinema e sport si era impegnata per cinque anni, a partire dal 1° gennaio 2010, a investire nella produzione cinematografica d’Oltralpe e a promuovere accordi per la diffusione delle pellicole. Finora, per la settima arte, sono stati versati 12,75mln di euro in tre rate (4mln nel 2010, 4,25mln nel 2011, 4,5mln nel 2012). Tuttavia, tale accordo non è più gradito ai concorrenti di Canal+, dato che il gruppo controllato da Vivendi, per accrescere i ricavi, è sbarcato anche sulle frequenze in chiaro con il nuovo canale D8, oltre a D17 (focalizzato sulla musica).
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