«Il punto debole della proposta di direttiva sui servizi media e audiovisivi della commissione Ue è la proposta di lasciare solo tetti quotidiani sulla pubblicità televisiva, eliminando quella oraria. Si abbassa la qualità dei programmi e dei contenuti e la stessa offerta televisiva diventa meno appetibile per il pubblico». Con queste parole Silvia Costa, presidente della commissione Cultura e Audiovisivi del Parlamento europeo, ha espresso, al Forum europeo digitale di Lucca, le proprie critiche alla bozza di direttiva Ue sull’audiovisivo, pur riconoscendo alcuni passi in avanti fatti dalla commissione. Delusione anche da parte di Stefano Selli, vicepresidente di Confindustria Radiotelevisioni: «Le industrie europee si trovano a competere con soggetti globali e vi è la mancanza di un livellamento regolare tra tutti i soggetti del mercato. Così rischia la produzione culturale dell’Europa». Una bocciatura arriva anche da Antonio Preto, commissario Agcom: «Semplicemente mi sembra che non sia all’altezza delle attese». Per quanto riguarda gli affollamenti pubblicitari«la direttiva sembrerebbe allentare un po’ i paletti. Ma, anche su questo fronte, non vorrei si trattasse di un finto allentamento che poi determinasse l’inizio, invece, di una guerra tra poveri»
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