Auditel-Ipsos: lunga vita ai 65 enni

Presentato oggi il primo Rapporto Auditel-IPSOS che fotografa come i 65-74 enni siano un pubblico molto pregiato per streamcaster e investitori pubblicitari, lontani dagli stereotipi
Paolo Lugiato, direttore generale di Auditel, e Nando Pagnoncelli, presidente di IPSOS Italia, al convegno "Anziano sarà lei" (Milano, 27 maggio 2025)

L’ltalia sarà pure uno dei Paesi più “anziani” (secondo solo al Giappone), ma questa peculiarità potrebbe avere anche dei vantaggi, in termini economici, commerciali e …di tempo, la moneta più preziosa del mercato entertainment. Questa, in fondo, la chiave di lettura del Primo Rapporto Auditel-IPSOS presentato oggi a  Milano nel convegno dal titolo evocativo, “Anziano sarà lei”, con la presenza di Paolo Lugiato, direttore generale di Auditel e Nando Pagnoncelli presidente di IPSOS Italia. Un rapporto che mira a smentire il pregiudizio, o meglio il cliché, degli anziani come sostanzialmente assenti dalle evoluzioni digitali dei consumi. Anzi, la fascia d’età dei 65+, o meglio, la coorte tra i 65 e i 74 anni, dimostra “elementi di fortissima analogia con la popolazione più giovane”, ha appunto spiegato Pagnoncelli. Si tratta, come ha ricordato Lugiato, del primo rapporto sul tema e avrà cadenza annuale proprio per verificare come questa fascia di popolazione si stia muovendo.

I NUOVI ANZIANI NELLA RICERCA BASE DI AUDITEL
Si parte, come sempre, dai numeri, e in particolare dalla Ricerca di Base Audietel (oltre 500 000 indirizzi estratti ogni anno, 20 000 interviste face-to-face e 14 000 colloqui individuali) che nella sua versione più aggiornata (settembre/dicembre 2024) evidenzia una presenza di 121,6 milioni di schermi (circa cinque a famiglia, dove per famiglia, per Auditel, intende chi vive sotto lo stesso tetto) con 43,9 milioni di televisori di cui 24,7 milioni connesse a internet e con un dato smart tv (23,1 milioni) raddoppiato in cinque anni, per un +131% (“in sintonia con i processi di sostituzione dei televisori tradizionali”, ha evidenziato Lugiato). Lo smartphone resta primo mezzo, con 77,7 milioni di unità e con un quarto delle famiglie che naviga solo attraverso di esso a fronte di una banda larga fissa ferma a una penetrazione del 65%.

Il 24% della popolazione italiana è over 65 ed è l’unica fascia d’età a essere cresciuta (+4% rispetto a 5 anni fa). Le famiglie composte da solo Over65 rappresentano il 27% della popolazione (+540.000 vs 2019) a fronte di un 23% di famiglie con minori (-670.000 sul 2019).

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C’È ANZIANO E ANZIANO
Focus del Rapporto è la fascia d’età tra i 65 e 74 anni, coorte da ridefinire viste le sue abitudini, dotazioni, competenze e capacità di spesa. Secondo i dati forniti da Pagnoncelli, le famiglie composte esclusivamente da over 65 sono 6,6 milioni (+540 mila in cinque anni) e superano quelle con minori. Occorre però distinguere i 65-74 enni, attivi e iperconnessi, dagli over 75, ancora distanti dal digitale. Nei nuclei di soli 65-74 enni la penetrazione di Internet raggiunge il 92 %, la banda larga il 56 % e lo smartphone il 91 %; oltre metà possiede almeno una Smart TV, con una media di 2,9 dispositivi connessi per 1,5 componenti in media. La fruizione di piattaforme streaming in questa fascia è quasi raddoppiata (dal 14 % al 26 %), mentre i servizi BVOD triplicano (dal 5 % al 14 %). Abitudini, queste, che si avvicinano a quelle del resto della popolazione, allontanando dunque questa fascia d’età dallo stereotipo dell’anziano poco avvezzo al digitale e ancorato, per usare un termine decisamente passato di moda, al vecchio tubo catodico.

D’altro canto, chi oggi ha 67 anni ne aveva 46 nel 2004, anno del lancio di Facebook e 49 nel 2007, l’arrivo di YouTube. E, ancora, i 67enni di oggi sono i 50 enni dei primi iPhone (2008), di Instagram (2010) e si avvicinavano appena al 60 anni agli albori dello streaming (Netflix, classe 2015).

MATURI, NON VECCHI
I cosiddetti nuovi senior presentano livelli di istruzione e storie professionali allineati alla media, con il 10 % delle famiglie in classe socio-economica “Alta” e il 15 % in “Medio-Alta”, valori paragonabili a quelli dei nuclei ancora attivi. Ecco perché Pagnoncelli suggerisce di ripensare anche al target commerciale, quella fascia di pubblico che va tra i 15 e i 64 anni oggetto del desiderio degli streamcaster (soprattutto commerciali) e degli inserzionisti. “L’idea”, ha dichiarato, “è di ampliare le fasce d’età, anche banalmente in relazione alla capacità di spesa”. “Questa ricerca”, ha proseguito, “spiega come pensare a questa fascia d’età – soprattutto se considerata come un blocco unico, 65+, come reticente al cambiamento sia fuorviante”.

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