Apt e Rai si confrontano sulla fiction

I produttori televisivi italiani hanno aperto due tavoli di confronto con la Rai per arrivare a una maggior efficacia e trasparenza dei contratti per la fiction. Come riferisce Adnkronos, l’Apt (Associazione dei produttori televisivi) sta lavorando con l’Ufficio legale e la Direzione Fiction (nel 2012 le fiction Rai hanno rappresentato un investimento di 181mln di euro) di viale Mazzini su un doppio fronte: quello degli schemi e quello delle prassi contrattuali. «L’obiettivo”, spiega Chiara Sbarigia, segretario fenerale dell’Apt, «è di mettere i produttori in condizione di fare il loro lavoro, sganciandosi dalla condizione di meri appaltatori per arrivare a una concezione più moderna e più europea del loro ruolo. Fra i temi è centrale quello della valorizzazione dei diritti, non si può chiedere ai produttori di investire senza un adeguato ritorno». Il tavolo con l’Ufficio legale sui contratti dovrebbe portare, tra circa una settimana, alla formulazione di una proposta formale da parte di Apt. Al tavolo con la Direzione Fiction Apt ha proposto delle forchette di tipologia di prodotto per costi, esattamente come alla Bbc: una prima fascia di prodotto “industriale”, come la lunghissima serialità, dove si possono meglio razionalizzare i costi; una seconda fascia per le fiction con cast più importanti e costi di riprese maggiori; infine, le cosiddette “miniserie evento”, con costi ancora più alti. Così il produttore può “mirare” correttamente il prodotto in base ai costi e si evitano valutazioni troppo soggettive o sperequazioni, come il pagare diversamente prodotti analoghi. Vanno riformulate le “regole” per le fiction, anche alla luce delle minori risorse disponibili da parte della Rai. «Non può essere la sola emittente ad avere l’intero onere della produzione», sottolinea Sbarigia. «Servono risorse fresche da reperire altrimenti, per esempio con il tax credit, con le licenze, che potrebbero essere meglio valorizzate dai produttori, o attraverso le Film Commission».

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