Annullate le delibere Mediaset contro Simon Fiduciaria

Il Tribunale di Milano ribalta l'esclusione dal voto del blind trust di Vivendi
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Annullate le delibere Mediaset contro Simon Fiduciaria: lo ha deciso il Tribunale civile di Milano. Si tratta, in particolare la delibera C4 (“Proposta di istituzione di un piano di compensi ai sensi dell’art. 114 bis del Decreto Legislativo n. 58/1998”) con la quale Mediaset aveva escluso dall’assemblea degli azionisti del 27 giugno 2018 il blind trust. L’annullamento delle delibere decise da Mediaset contro Simon Fiduciaria è una seconda vittoria per i francesi: nei giorni scorsi, il Tribunale aveva comminato a Vivendi una sazione di soli 1,7mln di euro contro i 3mld chiesti da Mediaset per la mancata acquisizione di Mediaset Premium. Va ricordato che Vivendi detiene il 28,8% del capitale Mediaset e il 29,9% dei diritti di voto, di cui il 9,61% direttamente, mentre il restante 19,19% è in capo a Simon Fiduciaria.

L’ESCLUSIONE DAL CDA

La sentenza di primo grado del Tribunale (n. 50173/2018 del 22 aprile 2021) indica che “l’art. 43 comma 11 del TUSMAR sulla base del quale Simon Fiduciaria non è stata ammessa a partecipare alla suddetta assemblea, va disapplicato con efficacia retroattiva. Tale disapplicazione travolge pertanto tutti gli atti compiuti nel periodo della sua vigenza, tra cui l’esclusione dal voto di Simon Fiduciaria”. Nel 2018 Mediaset aveva escluso dall’assemblea degli azionisti Simon Fiduciaria; successivamente, al momento dell’approvazione del bilancio 2018, ne aveva vietato l’esercizio dei diritti di voto (cui aveva potuto invece partecipare Vivendi). Simon Fiduciaria, inoltre, non aveva potuto votare l’approvazione sul voto maggiorato. Vivendi, in seguito, si oppose al progetto Media for Europe, facendolo di fatto naufragare.

CAMBIO DI ROTTA?

Mediaset, però, non intende rinunciare al progetto di un polo internazionale europeo, come confermato anche da Marco Giordani, Chief Financial Officer, davanti alla platea del Master di giornalismo Giorgio Bocca di Torino. Come riporta Il sole 24 ore, il manager ha dichiarato che unire le attività di tre Paesi (il riferimento è alla tedesca ProSiebenSat.1 di cui Mediaset è azionista e alla francese M6, per la quale Mediaset sta concorrendo per una quota di controllo) permetterebbe di assorbire le piccole diseconomie di efficacia, che sarebbero invece presenti nel caso dell’unione di attività di soli due Paesi. Sempre secondo la testata, anche alla luce delle due sentenze, l’orientamento di Mediaset nelle prossime assemblee sarebbe quello di considerare Vivendi come azionista pieno, mettendo da parte le conflittualità.

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