Anche il Censis certifica l’era della crossmedialità dei consumi tv

Palinsesto personale, covisione su smart tv e tanta, tanta connessione. Quello che dice il primo Rapporto sulla Convergenza
Giorgio De Rita, segretario generale Censis, a MediaTelling

La dieta mediatica degli italiani è “ingrassata” nell’era della convergenza. Nel suo primo Rapporto sulla Convergenza e Integrazione dei Mezzi di Comunicazione presentato da MediaTelling e CENSIS, l’istituto di ricerca sancisce l’era della crossmedialità, dove la tv resta centrale, ma sono gli spettatori a dettarne i ritmi di consumo. Un cambiamento dovuto alla crescita nelle nostre abitudini dei vari device di fruizione: tv lineare, Smart TV, smartphone e piattaforme on demand. Il consumo audio-video resta preponderante: si parla l’85,9% degli italiani maggiorenni, circa 40 milioni in ordine assoluto. E, ancora, citando i numeri Auditel, si parla di 120 milioni di schermi complessivi, di cui quasi 100 milioni connessi a internet.

SEMPRE PIÙ CONNESSI

39,5 milioni di italiani adulti, l’85,9% del totale, seguono ogni giorno programmi audio-video. E la modulazione nel corso della giornata sembra sfatare il mito del prime time: il 62,3% guarda i programmi la mattina, il 68,3% il pomeriggio, il 71,4% nelle ore serali, e il 14,1% di notte, tra le 24 e le 6. «Lo stesso individuo spalma il consumo di media nei diversi momenti delle 24 ore»: la maggioranza dei consumatori, il 53,3% del totale, segue contenuti mediatici sia al mattino che al pomeriggio e alla sera. Il 58,7% degli italiani vuole avere la libertà di seguire i contenuti audio video che lo interessano in qualsiasi luogo e momento della giornata, non importa su quale dispositivo, con quote che arrivano al 71,1% tra i giovani, al 65,5% tra i laureati, al 71,3% tra chi vive nelle grandi città.

TELEVISIONE, DI CASA

La televisione è al centro della «quotidianità digitale»: viene usata dal 76,2% della popolazione italiana (nella sua declinazione lineare e smart) a fronte di un 78% della popolazione che usa lo smartphone. Si contano, sulla base della ricerca Auditel, 44,1 milioni di apparecchi televisivi, di cui 22,5 milioni di Smart Tv. E proprio la smart tv è diventata «l’erede moderna della TV tradizionale», prestandosi a diversi utilizzi e a una personalizzazione dei palinsesti, ma adattandosi anche a una fruizione collettiva.

PIÙ STREAMING, PIÙ VISIONE

Il 43,2% degli italiani ammette che da quando sono disponibili i servizi in streaming il proprio consumo di prodotti mediatici è aumentato. E si è fatto più personalizzato, cosa che si riflette anche nel rapporto con la pubblicità: il 56,7% del totale consumatori ha dichiarato di seguirla solo se interessato.  Il 19,6% ha un abbonamento, ma 1 italiano su 4 ne ha almeno due (16,8% ne ha due e l’8,9% ne ha tre o più). Ad accedere a più piattaforme a pagamento sono soprattutto coloro che risiedono nelle grandi città e che hanno redditi più elevati.

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