Non è reato insultare qualcuno, a patto che avvenga in un reality show. In base a una sentenza della Suprema Corte, questi programmi “sollecitano il contrasto verbale tra i partecipanti”, che quindi hanno la licenza di offendere. È questa la motivazione con cui la Corte di Cassazione ha respinto la domanda di risarcimento avanzata da un partecipante di “Survivor”, Franco Mancini, che nel 2001, quando su Italia 1 era andata in onda la prima e unica edizione del programma, era stato definito “pedofilo” da un altro concorrente.
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