2025: anno degli aggregatori Svod?

Nel 2025 diminuirà la “pila” di abbonamenti Svod che i consumatori oggi stanno accumulando. A riconfermare la stanchezza dei consumatori, più volte evidenziata, arriva anche Deloitte nel suo TMT Predictions 2025. Il numero medio di abbonamenti per utenti è destinato a calare sia a livello statunitense che europeo: «di conseguenza, il numero aggregato di abbonamenti standalone diminuirà, anche se i ricavi da streaming video on demand potrebbero comunque aumentare grazie all’aumento dei prezzi, lo stop alla condivisione delle password e ai bundling».

VERSO GLI AGGREGATORI 
La direzione dell’industria appare essere una sola: l’aggregazione di contenuti di diversi provider: «un approccio che la pay tv ha proposto tradizionalmente, ma che era stato considerato superato». Anche Deloitte conferma dunque la previsione di un mercato in cui resteranno pochi servizi standalone per singolo mercato (due o tre), insieme a vari aggregatori. Questo ruolo sarà interpretato potenzialmente dalle pay tv, telco, piattaforme tech o da player Svod di maggiori dimensioni. Un fenomeno, quello degli aggregatori, che accelererà nel 2025, ma che impiegherà diversi anni per consolidarsi.

I NUOVI ABBONAMENTI 
Secondo le previsioni di Deloitte, i nuovi aggregatori adotteranno un modello simile alla pay tv, con alcune caratteristiche (se non tutte, in alcune occasioni») quali account e fatturazione singola, pacchetti di canali/contenuti standard e opzionali, contratti da almeno 12 mesi, una guida elettronica che comprenda tutti i contenuti disponibili, vendita di pubblicità e marketing centralizzato.  

La nuova struttura del mercato, secondo Deloitte, potrebbe configurarsi in vari modi, come bundle di servizi (con Svod legati a contratti con pay tv o tlc), contratti tradizionali da 18 mesi o più (in cambio di scontistica), aggregazione di media.